Estratti tematici dall'Opera di Maria Valtorta
Sezione: Anima - Grazia








estratti temaci presenti nella pagina: trentanove (39) - data utimo aggiornamento: 6 aprile 2025
Di cosa è composto il miele?
Del succo di mille fiori.

Di cosa è composta la perfezione?
Del frutto di mille sacrifici.

Un’ape che volesse nutrirsi solo di un fiore non farebbe che poco miele e stucchevole.
Un’altra che mescola il succo di fiori dolcissimi a quello di altri amarognoli, di fiori delicati nel loro sapore a quello di altri dall’aroma piccante, produce un miele abbondante e salutare.

Così avviene per l’anima.
La grazia è possedere in voi la luce, la forza, la sapienza di Dio.
Ossia possedere la somiglianza intellettuale con Dio, il segno inconfondibile della vostra figliolanza in Dio.
Ricorda solo questo:

la grazia è possedere il Padre, vivere nel Padre;
la grazia è possedere il Figlio, godere dei meriti infiniti del Figlio;
la grazia è possedere lo Spirito Santo, fruire dei suoi sette doni.

La grazia, insomma, è possedere Noi, Dio Uno e Trino, ed avere intorno alla vostra persona mortale le schiere degli angeli che adorano Noi in voi.
Se un’anima sapesse conservarsi come è dopo il Battesimo e dopo la Confermazione, ossia quando essa è imbibita letteralmente dalla grazia, quell’anima sarebbe di poco minore a Dio.
E questo ti dica tutto.
Il peccato mortale distrugge la grazia, il peccato veniale la sgretola, le imperfezioni la anemizzano.
Gli elementi vitali sono:

vivere secondo la mia Legge, casti, misericordiosi, umili, amorosi di Dio e del prossimo;
vivere di preghiera “viva”.

Allora la grazia cresce, fiorisce, mette radici profonde e si eleva in albero di vita eterna.

Allora lo Spirito Santo, come un sole, inonda dei suoi sette raggi, dei suoi sette doni;
allora Io, Figlio, vi penetro della pioggia divina del mio Sangue;
allora il Padre vi guarda con compiacenza vedendo in voi la sua somiglianza;
allora Maria vi carezza stringendovi sul seno che ha portato Me come i suoi figliolini minori ma cari, cari al suo Cuore;
allora i nove angelici cori fanno corona alla vostra anima, tempio di Dio, e cantano il “Gloria” sublime; allora la vostra morte è Vita e la vostra Vita è beatitudine nel mio Regno.
Perché la grazia colmi l’anima tua, sii sempre attenta a che nulla intacchi il tuo spirito.

Le mancanze di fedeltà alla grazia sono altrettanti attentati all’incolumità della mistica cisterna in cui Io verso senza sosta l’acqua zampillante da una sorgente di vita eterna e che dà vita eterna.
Dunque, grande attenzione e grande fedeltà.
Poi, grande umiltà.

Le piante verdi, che crescono rigogliose in grazia dell’umido del suolo, e che servono a tenere fresca l’acqua impedendo al sole di evaporarla, sono l’umiltà che si fa rigogliosa in un’anima che sa coltivare la grazia e che col suo rigoglio impedisce al sole della superbia di consumare l’acqua preziosissima.
Poi, grande carità.

La cisterna non vive per sé.
Vive per gli altri. È stata creata per gli altri.
Altrimenti sarebbe stato inutile il suo essere.

L’anima che Io ricolmo dei miei doni di grazia deve esser lieta che tutti vengano ad attingere da lei.
Uno dei segreti per raggiungere la santità è questo: non mai distogliere la mente da un pensiero che deve reggere tutta la vita: Dio.

Il pensiero di Dio deve essere come la nota su cui tutto il canto dell’anima s’intona.
Secondo punto per raggiungere la santità: non perdere mai la fede nel Signore.

Qualunque cosa avvenga, credere che avviene per bontà di Dio.
Se è cosa penosa, anche cattiva, e perciò voluta da forze estranee a Dio, pensare che Dio la permette per bontà.
Le anime che sanno vedere Dio ovunque, sanno anche cambiare tutte le cose in moneta eterna.

Le cose cattive sono monete fuori corso.

Ma se le sapete trattare come si deve, esse divengono legali e vi acquistano il Regno eterno.
Bisogna seguire la via dello spirito con fermezza e con calma.
Nessuna ansia, nessuna paura.

Sono Io che creo il tempo.
Non ne avrò dunque quanto ne occorre per ogni anima che si affida a Me?

Sono Io che faccio fluire in voi l’onda della grazia; so quindi regolare il flusso della medesima e mandarvi le mie luci nei momenti più propizi.
L’amore è quello che dà il moto.

Lo spirito fisso in Dio ama Dio suo fulcro.

Dio ama lo spirito imperniato su di Lui; e questo duplice amore aumenta il moto vorticoso, la corsa alata il cui termine è l’incontro nel mio Regno fra lo spirito amante e il suo Creatore
L’occhio umano non può fissare il sole, mentre può guardare la luna.

L’occhio dell’anima non può fissare la perfezione di Dio quale essa è.
Ma può guardare la perfezione di Maria.
Ma oltre alle infermità della carne ci sono le infermità dello spirito.
Sono opera del Maligno.

Esse vi curvano, vi fanno dibattere e schiumare, vi ottundono sensi e parola, vi portano ad aberrazioni morali peggio delle malattie della carne, perché curvano e ottundono l’anima.

Io le posso guarire.
Io solo.

L’anima liberata dall’influsso che la teneva curvata si raddrizza e glorifica il Signore, come la donna del Vangelo.
L’anima “posseduta” da Dio ne prende talmente la somiglianza che persino la forma esterna e materiale del suo essere subisce modificazioni.

Dio traluce dal suo sguardo, dalle sue parole, dal suo sorriso, dalla maestà nuova della sua espressione, onde chi la sfiora dice: “Qui c’è qualcosa non di questa Terra”.
Se le creature sapessero cosa è “il possesso” di Dio, tutti vorrebbero essere “posseduti”.

Ma per saperlo occorre compiere il primo passo, il primo atto di generosità, di rinuncia, e poi perseverare in quel primo atto.

Il resto viene, perché, come un’onda elettrica, sprigionata dal polo A, viene attirata dal più forte polo Z, così ugualmente l’anima che si è messa nell’orbita di Dio viene attirata dallo Stesso, da qualunque punto dell’orbita si trovi.
Occorre rinascere nello spirito per potere entrare nell’orbita di Dio e vincere la carne e il suo padrone: Mammona.

Allora avviene il “possesso”.
Paradiso anticipato sulla Terra, felice ascesa dell’anima al Cielo nella morte, pienezza del Paradiso nel mio Regno dove i “miei” saranno con Me in eterno, luce nella Luce, pace nella Pace, gioia nella Gioia, gloria nella Gloria.
Ma vi dico:
“Temete colui che, dopo avervi ucciso, vi può gettare nella geenna”.

Ucciso come?
Ucciso che?
La vostra anima e il vostro spirito.

L’anima che è lo scrigno, l’arca santa, il ciborio che contiene lo spirito, che è la gemma levata dalla mano di Dio dagli sconfinati tesori del suo Io per porla dentro alla creatura: segno che non si può negare della vostra origine di figli miei.
Come il sangue nelle vene sta lo spirito nel vostro interno di carne.

E come il sangue dà vita alla carne per vivere i giorni della Terra, così lo spirito dà vita all’anima per vivere i giorni che non hanno fine.
Sono due attrazioni e due aspirazioni venienti da un agente unico: l’Amore.

L’anima, qua dove tu sei, attrae a sé Iddio, e Dio scende a trovare le sue delizie presso la creatura amante che vive di Lui.

L’anima aspira di salire per essere in eterno e senza veli col suo Dio.

Dio, dal centro del suo ardore, attrae a Sé l’anima, così come il sole attira la goccia di rugiada, e aspira di averla presso di Sé, gemma chiusa nel suo triplice fuoco che dà la Beatitudine.
Ecco quello che ci vuole, o figli, per far sì che le cose celesti concepiscano in voi il Cristo: la vostra aderenza alla grazia, il vostro raccogliere la grazia, il vostro moltiplicare la grazia, il vostro aspirare la grazia.

Il corpo per vivere deve aspirare aria e cibo.

L’anima per vivere deve aspirare la grazia.

Allora avviene che la Luce scende dove può incarnarsi e il Cristo nasce misticamente in voi come realmente nacque in Maria.
L’unito con Dio è saturo di Dio, e ogni altra cosa che non sia Dio resta alla superficie, vento che corruga leggermente la superficie dell’animo e non entra a sconvolgere l’interno.

Non solo.
L’unito con Dio, veramente unito con Dio, anzichè assorbire l’esterno in sè, diffonde l’interno sui prossimi: diffonde, cioè, il Bene, Iddio.
O uomini che vi affannate ad acquistare ed a conservare le ricchezze che periscono, come non vi affannate a conservare questa immensa ricchezza soprannaturale della Grazia in voi?

Della Grazia che vi mantiene in contatto con Dio e vi nutre delle sue luci come nascituri nel seno di una madre, attraverso le fibre che uniscono a lei.
Come poteva e come può lo Spirito di Luce e Carità essere guida a Erode e ai molti Erodi che sempre sono sulla terra quando il loro peccato li rende avulsi da Dio?

In verità vi dico che base di tutti gli errori che si commettono sulla terra è il peccato che separa l’uomo dalla Grazia.
Vivete in Grazia se non volete errare.

Allora, come pargoli sostenuti dal velo della madre, voi camminate nelle vicende della terra e non cadete nei tranelli del mondo e del padrone del mondo, che ha rinnegato il Padrone santo e vero che è Iddio.
Oh!
fulgore dell’anima dopo il lavacro battesimale!

Se vi fosse dato vedere quel luminoso candore, vedreste qualcosa da rapire i vostri sentimenti.
Il giglio è opaco e la perla è grigia a confronto dell’anima avvolta nella luce battesimale.

Essa è come quella dei due Primi avanti la seduzione di satana, così come era quando il Padre a loro la infuse per farli a Lui somiglianti.

E, in verità, l’anima rivestita dalla grazia battesimale è come uno specchio che riflette Dio, è un piccolo Dio che attende, amando, di tornare al Cielo dove il suo Amore creatore l’attende.
Voi vi ricordate molto dei diritti della carne, cosa che muore e che solo essendo vissuta ancella dello spirito, e non padrona dello spirito, può divenire, a suo tempo, abitatrice nella reggia dei Cieli.

Vi preoccupate della vostra estetica, della vostra salute fisica, di prolungare la vita sulla Terra il più possibile.

Ma non vi preoccupate della vostra anima, di conservarla bella, di renderla sempre più ornata per aggiungere alla sua bellezza creata da Dio le gemme conquistate dalla vostra volontà di figli pensosi del Padre, al quale vogliono tornare arricchiti di meriti: veri gioielli, vere ricchezze che non periscono in eterno.

Vi preoccupate della salute fisica, ma non vegliate a preservare dalle malattie spirituali la vostra anima.

Vi preoccupate di protrarre ciò che chiamate “vivere” e che sarebbe più giusto chiamare “attendere”, e non vi preoccupate di attendere in modo da conquistarvi la Vita vera che non perisce più.
Qualunque sia la cosa che facciate, sappiate tenere lo spirito fisso in Me.

In tal modo santificherete ogni vostra azione rendendola gradita a Dio e soprannaturalmente utile a voi.

Tutto è orazione per colei che sa rimanere in Dio, perché l’unione altro non è che amore, e perché l’amore trasforma anche le azioni più umili della vita umana in adorazioni grate al Signore.
Oh!
santi connubi dell’anima col suo Dio!

Legame spirituale che l’occhio umano non vede, ma che, se lo potesse vedere, vedrebbe un cerchio di fuoco che circonda Dio e la creatura, e aumentando il giubilo di Dio aumenta la gloria della creatura, cerchio santo che in Cielo vi sarà nimbo sulla fronte glorificata.
Voi la conculcate l’anima, voi non la seguite nei suoi desideri, ma essa è resistente a morire in voi.

Muore per ultima, muore dopo che è morta la mente ed è morto il cuore per la superbia e la lussuria; essa muore solo quando voi la uccidete levandole la Luce, l’Amore, la Vita, ossia Dio.

Ma finché non è morta, essa trasale di gioia e palpita di amore quando Dio le si accosta.

Guai a coloro che non vogliono secondare questi moti dell’anima.

Sono simili a dei malati che, con continue imprudenze e disubbidienze al medico, sempre più aggravano la malattia sino a renderla mortale.
In quel giorno di riposo che Dio ha messo nella settimana, e vi ha dato l’esempio suo di riposo - pensate, Lui: l’Agente infinito, il Generante che da Se stesso si genera continuamente, Lui vi ha mostrato il bisogno di riposo, per voi lo ha fatto, per esservi Maestro nella vita.

E voi, trascurabili potenze, volete non tenerne conto quasi foste più potenti di Dio! -.

In quel giorno di riposo per la vostra carne che si spezza sotto fatica eccessiva, sappiate occuparvi dei diritti e dei doveri dell’anima.

Diritti: alla Vita vera.
L’anima muore se è tenuta separata da Dio.

La domenica datela all’anima vostra - poiché non sapete farlo tutti i giorni e tutte le ore - perché in essa domenica essa si nutra della Parola di Dio, si saturi di Dio, per avere vitalità durante gli altri giorni di lavoro.
Il Battesimo, sacramento da Me istituito in luogo del battesimo di Giovanni precursore, ha in sé tutti gli elementi per portarvi alla santità.
Vi dà la Grazia e chi ha la grazia ha tutto.
Ma siete voi che della Grazia non tenete conto e la gettate come inutile dono.
Tutte le anime sono create dal Pensiero del Padre, che manda queste sue figlie ad animare i corpi generati sulla Terra.

Ma l’anima della Purissima non è scaturita unicamente dal Pensiero del Padre.

Dal vortice di ardori che è la nostra Trinità santa partono i tre amori che convergono nel centro, là dove la nostra Divinità si unifica e splende.
Là è il vertice dell’Amore fatto dai tre amori insieme riuniti, e per portare un paragone umano potrei dire che là è il cuore della nostra santa Trinità.

Da quel cuore è venuta l’anima di Maria.
O si crede o non si crede.

Se avete Dio in voi credete poiché sentite Dio, oltre i veli della carne, vivente in una creatura.

Se non avete Dio, nessuna parola può farvi persuasi della fusione di Dio ad un cuore umano.

È la fede che dà capacità di credere, ed è il possesso di Dio che dà possibilità di vedere Dio vivente in un vostro simile.

Non si può spiegare con metodo umano il mistero di Dio, i perché di Dio.

Sono al disopra dei vostri metodi.
Solo vivendo umilmente nel soprannaturale potete vedere, per lo spiraglio aperto dalla Bontà per voi, gli spirituali rapporti e gli estasianti contatti fra un’anima e Dio.
Come ottenere dunque che la vita non vi distragga e l’anima, come regina vostra, tenga la carne-suddita sotto un impero dove non sia ingiustizia?
Con l’amore.

Esso è quello che vi è maestro e come un direttore d’orchestra regola tutte le vostre azioni le quali, simili agli svariati strumenti di un’orchestra, si fondono in un unico suono pieno di armonia, la quale può essere una lieve frase melodica, un brano più complesso o addirittura una sinfonia grandiosa, a seconda della vostra potenza d’amare.